La domanda è la solita: va bene questa tinta?: NON esiste una tinta chimica che possa andare bene per la cura dei capelli semplicemente perché NON esiste una tinta chimica che NON rovini i capelli …mi spiace … oltre ad essere dannosa è altamente inquinante.
E vediamo un po’ il perché ….
Phitofilos: “La tinta chimica va ad intaccare la struttura del capello, depigmentarlo per poi modificarne il colore con pigmenti di sintesi ed in modo aggressivo sul capello per quanto sia scritto sulla scatola: “delicata, con estratti, senza questo o senza quello” esse inevitabilmente stresseranno e sfibreranno il capello ed il cuoio capelluto, mentre la colorazione naturale non è altro che polveri di piante che lasciano un pigmento naturale che si appoggia tra le squame del capello. La riflessatura allora avverrà solo per appoggio, senza forzature sulla struttura. La copertura avverrà per apposizione di pigmento di pianta sul colore tenue di base del capello grigio e sul colore di base della testa riflessata. In termini di benessere queste piante (tranne nei rari soggetti sensibili o allergici) porteranno giovamento e protezione al capello, nutriranno la chioma portando riflesso. Ovviamente non arriveranno mai a dare lo stesso risultato di colore (netto come quello delle tinte), non schiariranno mai il colore o lo faranno passare da biondo a nero corvino, ma di certo saranno un principio di salute”.
Forum Capelli di Fata: “Salvo pochissime eccezioni, le tinture (anche temporanee) rovinano i capelli in modo permanente. Alzando le cuticole di cui è composto il capello (per far penetrare il colore), ne indeboliscono la struttura e ne compromettono lucentezza, resistenza, elasticità. Un capello con le cuticole così alzate è ruvido al tatto e opaco”.Green planet: “I prodotti per la tintura dei capelli sono tra i prodotti cosmetici più pericolosi. Nella sensibilità comune è abbastanza chiaro che trattandosi di prodotti che tingono, o schiariscono i capelli, sono molto ricchi di prodotti chimici aggressivi.La più conosciuta è l’ammoniaca, che in molti prodotti moderni non c’è più. Ma i rischi vanno oltre quello che le persone normalmente immaginano. Nel 2001 uno studio autorevole dell’Università della California (Use of permanent hair dyes and bladder-cancer risk Int J Cancer. 2001 Feb 15;91:575-9.) aveva inequivocabilmente dimostrato che le tinture per capelli provocano il cancro.Dallo studio era risultato che per le donne che si facevano una tinta al mese il rischio cancro raddoppiava sino a triplicare se l’uso raggiungeva i 15 anni o più. Diventava poi pari a 5 volte superiore per le lavoratrici che quotidianamente le avevano fatte nei saloni di bellezza per almeno 10 anni consecutivi.
Uno studio importante e molto accreditato che aveva fatto tremare molte donne che sino a quel momento avevano temuto al massimo qualche effetto irritante o allergico. A distanza di alcuni anni, nel 2006, l’Unione Europea ha cominciato a muoversi ma molto lentamente, mettendo al bando alcuni additivi. Ma era chiaro che il rischio era molto superiore ed esteso a tutto il settore delle tinture.Quindi il 3 agosto 2012 la Commissione Europea ha emanato una direttiva (la L208 del 3/8/12) in cui facendo riferimento proprio allo studio dell’Università della California sopra citato, afferma chiaramente che il rischio tumore è realmente connesso all’uso delle tinture per capelli. Questa direttiva aggiunge alcune sostanze chimiche al lungo elenco delle sostanze proibite nei cosmetici (l’elenco completo è presente nella Direttiva sui cosmetici 76/768/CEE, costantemente aggiornata).Un passo importante. Sappiamo che molti studi escono continuamente puntando il dito contro questo o quell’additivo (ad esempio, recentemente, sulla cancerogenicità dell’additivo E150d contenuto in molte bevande). Ma raramente a questi studi segue una qualche azione/dichiarazione dell’Unione Europea. Nella direttiva L208 del 3/8/12 la Commissione scrive della necessità di testare i prodotti in una maniera più efficiente ed adottare delle strategia per vigilare sugli effetti tossici delle tinture per capelli. Nel frattempo capiamo bene che bisogna stare lontani da questi tipi di prodotti. Troppi rischi, ne vale la pena?
Anche dei cosiddetti prodotti naturali per la tintura dei capelli c’è veramente poco da fidarsi. Una ricerca del 2011 condotta dal settimanale ‘Il Salvagente’, dedicato ai consumatori, ha smascherato, su 8 campioni presi in esame (tra erboristerie, negozi biologici e vendita online), ben 5 tinture naturali fasulle. Solo tre tinture (Logona, Lush e Sante che infatti sono a base di hennè ed erbe tintorie), infatti, potevano vantare il 100% di prodotti esclusivamente vegetali. Gli altri, invece, avevano nella propria composizione (come da etichetta) degli ‘aiutini chimici’ come, per esempio, il picramato di sodio, una sostanza sintetica che potenzia il colore ed esalta i toni del rosso. Quindi si alle tinte naturali per capelli (henné rosso ossia lawsonia, henné nero ossia indigo, henné neutro ossia cassia), no alle tinte chimiche”.
Naturopata on line: “Le tinture chimiche permanenti contengono sostanze tossiche pericolose come l’ ammoniaca e la para-fenilendiammina (PPD) in quantitativi elevati. Una tinta naturale deve contenere il minimo indispensabile di prodotti chimici per garantirne l’efficacia.
Fino a che punto la chimica è veramente indispensabile per avere un colore perfetto e durevole? La pratica di tingersi i capelli ha origini antichissime. Le donne dell’antica Roma, già 2000 anni fa bramavano capelli biondi … Poi l’avvento dell’era moderna e le sempre crescenti esigenze del mercato, hanno creato delle tinte forti e resistenti in grado di produrre colori standard perfetti su qualsiasi capello. Siamo nell’era della chimica sintetica, dove gli antichi rimedi fai da tè, basati sui prodotti della natura, non possono competere in alcun modo. Le tinture chimiche permanenti e i danni alla salute. Inutile dilungarsi.
Le tinture permanenti sono le più forti e le più pericolose per la salute. Penetrano non solo nel capello, ma all’interno del bulbo. Le tinture per capelli chimiche contengono sostanze pericolose per la salute in alti dosaggi ed è proprio per questo che sono le migliori per durata e resa cromatica. La pericolosità di un utilizzo costante nel tempo di queste tinte è stato monitorizzato da diversi studi.
Di seguito i risultati principali di tali indagini.“Nel 2001, l’International Journal of Cancer pubblicò uno studio condotto a Los Angeles dal titolo “Use of Permanent Hair Dyes and Bladder Cancer Risk” che partiva dall’esame di 1514 casi di donne colpite da tumore alla vescica per scoprire che ben 897 casi riguardavano donne che avevano fatto uso di tinture coloranti permanenti per i capelli. Una seconda ricerca fu pubblicata nel gennaio del 2004 sull’American Journal of Epidemiology a seguito di una indagine compiuta da un gruppo di ricercatori della Università di Yale tra il 1996 e il 2002. Tale ricerca ha preso in esame un campione di 1300 donne residente nello Stato del Connecticut, mostrando come coloro che avevano cominciato a tingersi i capelli prima del 1980 hanno corso un rischio di contrarre il linfoma non Hodgkin del 40% superiore.“E’ evidente che utilizzare tinte con contenuto inferiore di sostanze chimiche sia altamente consigliabile!
Si può fare a meno della chimica per le tinte? La tinta ideale. La risposta è semplice: NO!
L’unica tinta naturale è l’hennè, nel solo colore in grado di produrre: il rosso hennè. È solo la chimica che ha permesso la creazione delle tinte professionali che noi conosciamo. Questo non significa che un colore deve per forza contenere solo componenti chimici per essere efficace! Il segreto per avere una tinta buona e sicura allo stesso tempo, è di utilizzare i prodotti di sintesi il minimo indispensabile per garantirne l’efficacia. Spesso invece se ne abusa anche per questioni pratiche (il parrucchiere deve garantire una tinta da catalogo indipendentemente dalle condizioni e dal colore del capello) o semplicemente per contenere i costi di produzione (molte sostanze vegetali utilizzate hanno un costo superiore del rispettivo chimico. Usare meno conservanti, accorcia la vita del prodotto con tutte le conseguenze annesse). L’ideale è una tinta priva delle principali sostanze dannose come l’ammoniaca, metalli aggiunti. I conservanti devono essere utilizzati il meno possibile (non fatevi ingannare dalla presenza dei parabeni, sono i più conosciuti ma non certo gli unici utilizzabili) per quanto riguarda la para-fenilendiammina (PPD). Di cui parleremo in seguito, la legge ammette la sua presenza all’interno di una tinta del 6 %. E’ evidente che meno ne viene utilizzata e meno la tinta può essere allergenica.I pericoli di troppa chimica: Le reazioni allergiche causate dalle tinte e la para-fenilendiammina (PPD). Un pericolo immediato è rappresentato alle possibili reazioni allergiche alle tinte coloranti. Sono molte le sostanze chiamate in causa, ma per la stragrande parte, il componente allergenico è rappresentato dalla para-fenilendiammina (PPD). Per legge questo colorante non può superare il 6 % del prodotto. Ovviante più è presente e più è probabile il rischio di reazione allergica. Le sostanze utilizzate nelle tinte tradizionali. Ammoniaca, Metalli, Parabeni, Siliconi, Formaldeide, Nichel. Metalli aggiunti . La capacità di colorare è tipica di alcuni metalli tossici. Alcuni come il piombo sono già stati proibiti, altri, meno noti no. Quando si parla di metalli tossici, vale il motto : “se li conosci gli eviti!” Parabeni: conservanti dei prodotti cosmetici. “Sulla base dell’analisi dei dati presenti in letteratura e dei dati di farmacovigilanza, sembra che i parabeni siano composti poco tossici e ben tollerati, sebbene in alcune persone possano indurre la comparsa di reazioni allergiche. Tuttavia recenti studi hanno stabilito che questi conservanti possono essere causa di una lieve alterazione della funzionalità del sistema endocrino.” (farmacovigilanza org )Siliconi. Immaginate un film plastico che riveste la pelle ed il cuoio capelluto per mantenere la pelle liscia e morbida evitate soprattutto qualsiasi crema lo contenga e non fatevi raggirare dalla presenza di vitamine o altro. Sono pochissime e annegate in un substrato sintetico…Formaldeide. Impiegata in coloranti, decoloranti e aimè pure per la produzione di alcuni formaggi… E’ cancerogena!
Nichel.
Le dermatiti da nichel sono un classico. Si stima che il 10% della popolazione femminile ne sia allergica al nichel. L’utilizzo prevalente del nichel è nel make up in particolar modo nelle terre e nei fard. Ma che differenza c’è tra una tinta professionale forte ed una più naturale? La tinta del parrucchiere è più forte e penetra non solo nel capello e nel bulbo pilifero. Inoltre il colore è da catalogo e può essere modificato in corso d’ opera attraverso altre aggiunte chimiche. Inoltre i capelli vengono sottoposti a trattamenti che li indeboliscono e favoriscono la caduta. La tinta permanente è studiata per dare il massimo risultato a livello professionale. Chi ha studiato le formule, non si è mai posto come priorità di ottenere una tinta sicura.Tinte per capelli e gravidanza ed allattamento.In gravidanza è sconsigliabile utilizzare qualsiasi prodotto chimico e, di conseguenza, anche le tinte per capelli. Lo sviluppo del vostro bambino potrebbe risentirne. Non dimenticate mai che ogni sostanza assunta, ingerita o respirata viene trasferita al feto con temibili conseguenze. E se proprio è indispensabile usarle, sceglietele con cura e nel dubbio consultate il vostro ginecologo.”E potrei continuare all’infinito ma non vorrei annoiarvi …. Vi informo solo, oltre agli studi scientifici sopra citati sul rischio cancro ed uso sistematico di tinte chimiche, che c’è stata una recente sentenza del Tribunale di Bari di condanna nei confronti di un brand molto famoso (che non cito, ma si trova facilmente su Google) a favore di un parrucchiere ammalatosi di cancro per aver usato nel suo negozio per anni ed anni un prodotto colorante … in poche parole leggete ed informatevi che sulla salute non si scherza mai.
E le cose non vanno tanto meglio con le tinte di nuova generazione le cosiddette tinte oleose, vi riporto il parere di Baraldini su Nonsensecosmethic a proposito di “Olia di Garnier: tanta innovazione e tanti dubbi “Il marketing cosmetico sa bene come la parola OLIO venga percepita con un corredo di valenze extra-funzionali dal grande pubblico.
In sostanza rientra nel gruppo di quelle parole dove per vendere , come ripeteva uno slogan pubblicitario tanti anni fa, ‘basta la parola’.Quando ho visto tanta pubblicità , anche televisiva , su questa tintura per capelli mi sono immaginato le riunioni e le discussioni per definire il concept. Per il naming, cioè il processo di selezione del nome da dare al prodotto, come spesso accade recentemente, si è andati dritti al punto.Mi sembra di vederli: “vogliamo agganciarci al trend degli oli …” “chiamiamolo OLIA !!!”. In realtà non è così semplice: tra benefit percepiti, vere innovazioni tecnologiche, difficoltà formulative, aspettative sempre più evolute della clientela, dietro questa linea di coloranti c’è stata fior fior di ricerca. L’idea di utilizzare tinture a base oleosa e surgrassante è già stata utilizzata da L’Oreal nelle linee professionali ( per parrucchieri ) INOA.Il prodotto INOA ritirato dal mercato, anche in Italia, per formulazione e metodica d’uso è diverso dai prodotti OLIA.
Vediamo con cosa è formulato prelevando la lista ingredienti dal sito USA di Garnier.Colorante: Paraffinum Liquidum/Mineral Oil/Huile Minerale, Aqua/Water/Eau, Ethanolamine, Steareth-20, Caprylyl/Capryl Glucoside, Polysorbate 21, Toluene-2,5-Diamine, Steareth-2, Resorcinol, Parfum/Fragrance, M-Aminophenol, 2,4-Diaminophenoxyethanol Hcl, Sodium Metabisulfite, N,N-Bis(2-Hydroxyethyl)-P-Phenylenediamine Sulfate, Ascorbic Acid, Edta, Polyquaternium-67, Hydroxybenzomorpholine, Helianthus Annuus Seed Oil/Sunflower Seed Oil, Limnanthes Alba Seed Oil/Meadowfoam Seed Oil, Passiflora Incarnata/Passiflora Incarnata Seed Oil, Camellia Oleifera Seed Oil, Thioglycerin.
AGENTE ALCALINO: con lo scopo di aprire le lamelle che compongono la cuticola del capello al posto dell’ammoniaca contiene Ethanolamine. L’ethanolamine, altrimenti detta MEA è una sostanza presente come gruppo in tanti ingredienti cosmetici, dalla lecitina al cocoamide MEA. Molte altre tinture che si vantano di essere senza ammoniaca contengono ethanolamine. Purtroppo, come tante altre amine cosmetiche, se non legata, ‘puzza’ di ammoniaca. Così tante tinture senza ammoniaca che la utilizzano hanno creato il sospetto nei consumatori e parrucchieri: “dicono che non c’è ammoniaca, ma si sente dalla puzza che c’è”.
OLI: dicono siano oltre il 60% , di cui quasi tutto sembra essere: Olio Minerale: Paraffinum Liquidum. Contiene anche, come ingredienti emozionali, alcuni oli vegetali. Con un po’ di licenza poetica li definiscono OLI NATURALI DI FIORI mentre sono evidentemente oli di semi. Visto che oltre ai semi le piante fanno anche il fiore si può considerare una metonimia markettara.Una abbondante fase oleosa riduce l’evaporazione dell’acqua.Gli oli vegetali ( Helianthus Annuus Seed Oil/Sunflower Seed Oil, Limnanthes Alba Seed Oil/Meadowfoam Seed Oil, Passiflora Incarnata/Passiflora Incarnata Seed Oil, Camellia Oleifera Seed Oil, ) non possono essere in grande quantità e per varie ragioni, compreso il rischio saponificazione, non devono contenere acidi grassi liberi . Oltre a ridurre i danni che le normali tinture permanenti producono al capello queste formule a base oleosa hanno il vantaggio commerciale di attenuare molto l’odore di ammoniaca. Il claim “colorazione permanente…ATTIVATA dall’olio” rientra nelle licenze poetiche, visto che un olio “inerte” come la paraffina non interviene in nessuna delle reazioni di riduzione e ossidazione dei coloranti o dei copulanti.
AGENTI RIDUCENTI: Ascorbic Acid, Sodium Metabisulfite nella complessa reazione per “agganciare” i pigmenti al capello una piccola concentrazione di queste sostanze migliora notevolmente la performance. Questi riducenti possono intervenire nel processo di rottura e ricostruzione dei ponti disulfide della keratina specie in presenza di un agente “lisciante” come la Thioglycerin-COLORANTI: Toluene-2,5-Diamine, Resorcinol, M-Aminophenol, 2,4-Diaminophenoxyethanol Hcl, N,N-Bis(2-Hydroxyethyl)-P-Phenylenediamine Sulfate, Hydroxybenzomorpholine,Rientrano nei coloranti e copulanti ossidativi con restrizioni dell’allegato III. Nei coloranti per ossidazione, in Europa, dovrebbero comparire le avvertenze obbligatorie:I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato a essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.Non tingere i capelli:— in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,— se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,— se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero.”Inoltre per alcuni ingredienti con un rischio sensitizzazioni estremo, dovrebbe comparire la avvertenza: “Contiene xxx” oltre che “Da non usare per tingere ciglia e sopracciglia.”
In alcuni siti in inglese compaiono avvertenze più chiare:“Haircolor can cause an allergic reaction. Usage advisory-safety warnings. Important: Haircolor can cause an allergic reaction which, in certain rare cases, can be severe. Therefore, you must follow these precautions: Do not use if you have already had a reaction to a haircolor product; you have a sensitive, itchy or damaged scalp. If you have a tattoo, the risks of an allergic reaction may be increased. Perform a skin allergy test 48 hours before each use of this product (see insert). Remember to buy your product 2 days ahead of time. Avoid contact of this product with eyes and skin. If product gets into eyes, rinse immediately. Wear gloves provided in kit. Thoroughly rinse hair after application. Do not use over compound henna or progressive color. Wait at least 14 days after bleaching, relaxing or perming before coloring. Keep product out of the reach of children. Do not apply on children. Caution: This product contains ingredients which may cause skin irritation on certain individuals and a preliminary test according to accompanying directions should first be made. This product must not be used for dying the eyelashes or eyebrows; to do so may cause blindness.”
Purtroppo nel sito italiano di Garnier non hanno ritenuto necessario renderle disponibili nonostante alcuni dei coloranti utilizzati siano considerati con un potenziale sensitizzazione forte o estremo.
CHELANTE: Edta, un forte chelante è indispensabile oltre che per stabilizzare il prodotto per evitare “interferenze” nelle reazioni ossidative dei coloranti.CONSERVANTI: con questa formula ed un pH molto alcalino il prodotto è stabile microbiologicamente e nella lista ingredienti non compaiono conservanti.
PROFUMO: Parfum/Fragrance, è presente un profumo in quanto la formulazione maschera abilmente l’odore di ammoniaca della Ethanolamine . A questo profumo e non agli oli di semi di girasole, passiflora ecc. si deve la profumazione del prodotto.
Rivelatore Ossidante: Aqua/Water/Eau, Paraffinum Liquidum/Mineral Oil/Huile Minerale, Cetearyl Alcohol, Hydrogen Peroxide, Steareth-20, Peg-4 Rapeseedamide, Glycerin, Polyquaternium-6, Hexadimethrine Chloride, Tocopherol, Pentasodium Pentetate, Sodium Stannate, Tetrasodium Pyrophosphate, Phosphoric Acid.
AGENTE OSSIDANTE: Hydrogen Peroxide nei cosmetici per capelli la sua concentrazione non può superare il 12%, ma in prodotti tono su tono ne basta meno della metà. Sono presenti per stabilizzare la soluzione di perossido di idrogeno Sodium Stannate, Tetrasodium Pyrophosphate ed anche il chelante Pentasodium Pentetate.OLI: Paraffinum Liquidum, non sono presenti oli vegetali anche perché incompatibili, inrancidiscono, con il perossido di idrogeno.
CONDIZIONANTI CATIONICI: Polyquaternium-6, Hexadimethrine Chloride. Anche a piccole concentrazioni, la somma dei due è normalmente sotto allo 0,5% , produce un effetto condizionante, antistatico.
CONSERVANTI: il prodotto non richiede conservanti per la presenza di perossido di idrogeno.Condizionante dopo colorazione: Aqua/Water/Eau, Cetearyl Alcohol, Behentrimonium Chloride, Cetyl Esters, Amodimethicone, Parfum/Fragrance, Isopropyl Alcohol, Trideceth-6, Citric Acid, Chlorhexidine Digluconate, Cetrimonium Chloride.Un condizionante abbastanza “normale” conservato dal Chlorhexidine Digluconate. Visto che i capelli durante la colorazione vengono molto surgrassati , dalla “finitura” dipende molto la resa estetica del trattamento, in particolare la “luminosità” finale del capello.
COME LO PRESENTANO.A supporto dei claims il solito test di autovalutazione da cui si ricava :’Le donne affermano: colorazione dopo colorazione, Olia migliora la qualità visibile del capello’Il claims rivela un apprezzamento generico e non quantificabile della colorazione. fa inoltre pensare alla necessità di più trattamenti.I benefits vantati si riferiscono alla assenza di ammoniaca, anche in un prodotto domiciliare ed alla capacità di “coprire il 100% dei capelli bianchi”.
I MIEI DUBBI. Si tratta di un prodotto veramente innovativo rispetto ai normali sistemi per colorarsi i capelli domiciliari. Ha richiesto sicuramente un grande impegno di ricerca ed utilizza alcuni ingredienti appositamente sviluppati da L’Oreal. Ma l’obiettivo reale sembra essere non tanto lo sviluppo di un colorante “permanente” senza ammoniaca, visto che con l’ethanolamine ne esistono ormai da anni, quanto un colorante senza ammoniaca “profumato”.L’utilizzo di un mezzo oleoso, dovrebbe ridurre parte dei danni che la normale colorazione ossidativa arreca al capello, ma sospetto che la minor penetrazione di un mezzo oleoso rispetto ad al mezzo acquoso possa in certi casi produrre colorazioni meno intense. Da una parte la fase oleosa all’esterno per idrorepellenza “spinge” dentro al capello la fase acquosa, dall’altra gli oli che penetrano la cuticola , in una maschera possono rappresentare il 10/20% del peso del capello, interferiscono con la penetrazione dei coloranti. In sostanza il vantaggio della applicazione di oli ai capelli può comportare anche uno svantaggio nella intensità della colorazione ottenibile, specie se in un prodotto domiciliare le concentrazioni di coloranti sono prudenzialmente inferiori rispetto ai prodotti professionali.
Per spiegarmi utilizzo il solito esempio del legno secco:
Il capello , come un ramo secco esposto all’acqua ed al sole , se immerso in acqua o in olio ne assorbe una certa quantità. Più profondamente riesce a penetrare il liquido più pigmento può depositare nel capello. Per varie ragioni, ma anche semplicemente per la sua viscosità, l’olio penetra di meno, pertanto può impregnare il nostro ramosecco/capello meno profondamente. Il risultato è che, a parità di concentrazione di coloranti, è molto probabile che un sistema di colorazione dei capelli in un mezzo oleoso richieda più passaggi per ottenere la colorazione che un sistema in un mezzo acquoso ottiene fin dal primo trattamento. Personalmente apprezzerei questo approccio più graduale alla colorazione dei capelli. Si ottiene una maggiore naturalità nella colorazione e minori stress nei capelli. Ma io ho spesso opinioni molto personali sui cosmetici. Il mercato , abituato a colorazioni “bomba”, tutto e subito, può non gradire la cosa anche se effettivamente la colorazione oleosa dovrebbe conservare meglio qualità, resistenza e lucidità dei capelli.Penso che “coprire il 100% dei capelli bianchi”, come dichiarano, non significhi necessariamente: coprire al 100% i capelli bianchi. Dubbi più rilevanti mi vengono sui rischi che comportano formulazioni in base oleosa. Quasi tutti i coloranti ossidativi sono collegati ad un rischio allergico più o meno elevato.La formulazione oleosa comporta una maggiore probabilità di penetrazione transcutanea e anche accidentalmente si alza il rischio allergico, che per quanto relativamente raro con queste sostanze si deve considerare un rischio grave. Ben fa L’Oreal, come hanno pattuito vari produttori di tinture Europei, a richiedere il test allergico 48 ore prima della colorazione, ma se il trend della colorazione dei capelli in base oleosa crescerà si dovrebbero adottare coloranti con un profilo di rischio allergico più basso. Nella colorazione permanente dei capelli, per quanto con un odore decisamente sgradevole, la ammoniaca non è certo l’ingrediente più problematico.Purtroppo nessun estratto vegetale può realizzare tinture permanenti comparabili con quelle realizzabili con i coloranti ammessi dalla normativa, ma l’idea di utilizzare una emulsione per l’applicazione di erbe tintorie non è affatto malvagia. Quando non si utilizzano agenti alcalinizzanti gli oli vegetali non possono saponificare”.
Quanto alla gravidanza od allattamento, il mio consiglio è NON fate MAI la tinta perché qualsiasi sostanza passa attraverso la cute ed arriva al bambino/latte materno, e se proprio lo ritenete opportuno chiedete al ginecologo, io la responsabilità di creare danni al bimbo non me la prendo.
Resta il fatto che l’unica vera alternativa sana per tingere i capelli è l’hennè e le altre erbe tintorie, leggete in proposito la sezione “Hennè e le erbe tintorie” e scoprirete che esistono diverse opportunità di scelta, tra l’altro anche già pronte (vedere le miscele khadi e phitofilos), per non parlare poi delle tinte a base di hennè ed erbe tintorie Logona e Sante.
Diffidate da chi vi dice il contrario, i parrucchieri lo fanno spesso e volentieri (alcuni arrivando addirittura a dire che la tinta chimica fa BENE al capello e che l’hennè è CHIMICO, ohi ohi) sia per ignoranza (non sanno neanche cosa sia l’hennè nella maggioranza dei casi, per fortuna ci sono le debite eccezioni, poche ma ci sono) oppure ancor peggio lo fanno esclusivamente per puro interesse personale di natura squisitamente economica, perché logicamente se vi fate l’hennè loro perderanno tanti, ma tanti soldini.
L’articolo sarà stato lungo da leggere , ricorderete solo la metà di quello che è stato scritto o letto.
Esiste tintura chimica che sia Bio: NO
Esiste tintura chimica che non faccia Danni ai capelli: NO
Con queste due domande ho risposto a tanti dubbi, rissumendovi brevemente i concetti.
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