La nostra capigliatura racconta agli altri una parte di noi stessi, anche inconsciamente. E non è solo questione di taglio…
Il mio vero colore dei capelli era una specie di biondo scuro. Adesso varia a seconda dell’umore». È Julia Roberts a parlare, giocando un po’ sulla sua folta chioma, segno distintivo dell’attrice insieme al sorriso contagioso. Dal rame al biondo illuminato, la indimenticabile “Pretty Woman” non fa mistero di sfoggiare look diversi legati anche alla voglia di manifestare un cambiamento intimo. Già, perché i capelli parlano di noi, e finiscono per giocare un ruolo non trascurabile nella rappresentazione che ciascuno mette quotidianamente in scena.
«In tutte le culture i capelli hanno una valenza simbolica – dice Michela Rosati, psicologa, psicoterapeuta e insegnante di Mindfulness –. Sono la cornice del volto, l’area che per prima viene intercettata dall’altro. Sono sempre in vista, richiamano l’attenzione». Con i nostri capelli in qualche modo dunque parliamo a noi stessi e agli altri: cambiare taglio, colore, scegliere di pettinarli con morbide onde o portarli corti e sbarazzini, sfiorarli con le mani. Segnali non verbali, inconsci, tutti da leggere. «Alcune persone si toccano i capelli, anche perché è un gesto consolatorio, protettivo – spiega l’analista – . È nella nostra memoria antica, pensiamo alle mamme che accarezzano la testa dei propri bambini. Dunque noi lo facciamo, sovrappensiero, quando siamo nella fase del corteggiamento, così come quando siamo in imbarazzo, in difficoltà, o siamo annoiati. Ci tocchiamo la testa per allentare la tensione, per rassicurarci. Ovviamente quel gesto da solo non basta per definire una posizione interiore, ma unito a tanti altri indizi può aiutare a definire un quadro e interpretare l’altro almeno sommariamente».
E con la scelta del colore, se vogliamo stravolgere quello naturale, come la mettiamo? Marilyn Monroe diceva “Amami per i miei soli capelli biondi”, ispirando tuttora tante donne a imitarne la tinta platino dall’impatto sofisticato e vistoso. «Esistono ancora dei riferimenti classici secondo cui il colore biondo rappresenta una personalità più solare, sexy e sbarazzina, mentre quello scuro è più intenso, misterioso e passionale. Tuttavia possiamo considerarli stereotipi superati», afferma la Rosati.
Ci suggerisce qualcosa di più profondo invece il come si portano i capelli. «Sciolti si associano in qualche modo a una maggiore libertà, disponibilità. È anche un richiamo di sensualità, mentre raccolti indicano maggiore ordine. Non è un caso che le persone che hanno i capelli più o meno lunghi tendano a raccoglierli quando lavorano e si trovano in contesti più formali, mentre in altri più ludici li lascino sciolti». Nella relazione amorosa? «Tra capelli legati e non c’è un richiamo istintivo che ha a che fare con la visione dell’ordine e del caos. Ovviamente le acconciature possono essere ugualmente molto sensuali: uno chignon scopre il collo, una parte del corpo che nell’immaginario erotico è molto forte». C’è dell’altro, però. «I capelli sciolti, appena lavati, morbidi e profumati, mettono in moto più sensi: non solo la vista, ma l’olfatto e il tatto. E questo ne dà la misura della forza simbolica. Oltre tutte le mode».
Sarà invece eccessivo, per dirla come Coco Chanel, affermare che “una donna che si taglia i capelli è in procinto di cambiare la sua vita”? «Nella mia pratica clinica si riscontra in alta percentuale – prosegue la dottoressa Rosati –. C’è effettivamente un dato che lega a una trasformazione dell’immagine un mutamento di vita, un nuovo inizio ma anche ad esempio la fine di una relazione, che si associa con una certa frequenza al momento in cui una donna decide di tagliare i capelli, cambiare tinta. Eviterei, tuttavia, interpretazioni psicologiche azzardate».
Ma c’è un altro aspetto interessante che descrive la nostra relazione con i capelli: «In altre epoche storiche e culture i capelli erano sempre associati alla propria identità, al di là dell’estetica. Definivano la posizione sociale, il genere, l’appartenenza a dei gruppi. Oggi sono più il segno di una scelta passeggera, del nostro immaginario, cioè di cosa noi proiettiamo su quel tipo di pettinatura, taglio, colore», sottolinea la Rosati.
A stabilire la linea su tendenze e gusti sono i media, dice la psicologa: ci si ispira al look di una certa eroina della fortunata serie tv, o alle chiome delle web star come ai dettati delle influencer. «Seguendo quei canoni nel portare i capelli, c’è la suggestione di incarnare in qualche misura anche piccola quel personaggio, immaginiamo di possederne pure le qualità interiori». Ma se i capelli possono essere trattati al punto che «potremmo definirli un accessorio, perché molto cangianti, manipolabili», dice la psicologa, come definire chi invece è sempre fedele al proprio look e mai lo cambierebbe, anche se si può sempre tornare indietro? «Facendo una considerazione generica, la lettura potrebbe essere doppia: siamo di fronte a una persona che teme anche piccole novità e vuole avere tutto sotto controllo, oppure a una molto sicura e anticonformista perché non segue i dettati della moda, ed è in armonia con se stessa». Di certo sentirsi a proprio agio con la propria immagine può aiutare. E per dirla come Iris Apfel, icona di stile e interior designer americana, “Se i tuoi capelli sono a posto e indossi belle scarpe, potrai cavartela in ogni situazione”.
Articolo di: Corriere della sera
– IO DONNA –
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