Nome latino: Punica granatum
Il melograno (Punica granatum, L.) è un arbusto deciduo conosciutissimo, molto coltivato anche in Italia, sia per la bontà dei suoi frutti che per la bellezza della sua fioritura. La pianta appartiene alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica, è originaria di una regione geografica che va dall’Iran alla zona himalayana dell’India settentrionale, e presente sin dall’antichità nel Caucaso e nell’intera Macchia mediterranea. Il frutto viene chiamato melagrana ed è coltivato da molti millenni. La melagrana è costituita principalmente da acqua, è ricca di sali minerali ma contiene anche zuccheri, fibre e grassi.
L’unica altra specie appartenente a Punica è la Punica protopunica (Melograno di Socotra), endemica dell’isola di Socotra, (Oceano Indiano). Differisce per avere fiori rossi, o rosa, di minori dimensioni, e frutti meno dolci.
Nel nostro articolo tratteremo dalla Punica Granatum.
Le proprietà nutritive del frutto del melograno sono eccellenti: è ricchissimo di antiossidanti, vitamina C (una sola melograna ne contiene quasi il 20% dell’intero fabbisogno giornaliero di un uomo adulto), vitamina K, vitamine del gruppo B, proteine e carboidrati. La melograna inoltre è ricca di potassio, che aiuta a svolgere correttamente le funzioni cellulari e di altri minerali, tra cui ferro, calcio, magnesio, fosforo e, in misura minore, manganese e zinco. Si tratta di un frutto ipocalorico: circa ottanta Kcal per 100 grammi di prodotto. Ottimo mangiato così com’è o in spremuta o i chicchi in una fresca e vitaminica insalata. Il frutto oltre ad essere un insolito dessert, è il protagonista di golose gelatine, bevande dissetanti, granite, marmellate. Il succo di melagrana è adoperato in cucina nella preparazione dei dolci ma anche della carne
Origine del nome: Anticamente la melagrana era conosciuta col nome “mela di Cartagine”: questa città era chiamata “Punica” e diede quindi il suo nome al melograno (Punica granatum.)
Il nome italiano Melograno, come intuibile, deriva dal latino Malum e Granatum, cioè “mela con i semi”. Le sue origini sono asiatiche, ma è presente dall’epoca preistorica nella costa del Mediterraneo. In spagnolo, il frutto del melograno è detto “granada” (per la forma che ricorda appunto la bomba a mano), da qui l’origine del nome della città spagnola di Granada. Il colore “rosso granata” è un rosso scuro che nasce, anch’esso, dal frutto del Melograno.
Il melograno rosso è anche noto col nome di balaustine, dal latino: balaustinus.
Aspetto e diffusione. La pianta del melograno è un “arbusto arborescente”, che può raggiungere i 4-5 metri d’altezza; nelle località di origine esso può arrivare anche a 7 metri. Nei nostri climi sono coltivate alcune varietà da frutto, per scopi ornamentali ne è coltivata una varietà “nana”. Il melograno ha foglie tipicamente ovali, di un colore verde lucente sulla pagina superiore ma che muta con le stagioni: rossastre da giovani, mentre con l’arrivo dell’autunno assumono sfumature giallo oro. I fiori sono normalmente solitari nell’arbusto da frutto, a infiorescenze doppie nelle cultivar ornamentali; la corolla del fiore è a imbuto, di un rosso vermiglio appariscente, che racchiude le antere gialle portatrici di polline, ghiotta ricompensa per gli insetti impollinatori, con un melograno in giardino le farfalle e le preziose api ci saranno grate. La fioritura va dalla primavera all’inizio dell’estate. Il frutto, detto melagrana o mela granata matura arriva a fine autunno; la caratteristica bacca a forma di pipa, che diventerà succoso frutto, definita “balaustio” o “balausta”, ha un rivestimento esterno coriacea, di un colore giallo-arancio; il frutto è internamente suddiviso in logge da contenitori (setti) fibrosi di color giallo intenso e ogni setto contiene molti semi rossi, di forma prismatica, assai gustosi e ripieni di succo.
In Corea o nel Giappone il melograno è ampiamente coltivato e sono state sviluppate moltissime cultivar differenti. In merito ai bellissimi fiori e per la corteccia insolitamente contorta (tipica degli esemplari più vecchi), il melograno è utilizzato anche per la produzione di bonsai.
Leggende e curiosità. Il valore attribuito a questa pianta e la sua popolarità mondiale in tutte le epoche nell’antichità, ha fatto nascere un gran numero impressionante di miti e leggende: non sarà facile sceglierne solo alcune perché la pianta che trattiamo in quest’articolo vanta davvero una popolarità assoluta… La sua bellezza e la bontà dei suoi frutti hanno consentito a quest’arbusto di influenzare trasversalmente tutte le culture del Mondo Antico, comparendo in riti, racconti, simboli, sogni e tradizioni, spesso legati alla sensualità. Certamente il Melograno ha sempre affascinato l’uomo fin dall’antichità!
Pianta e frutti di quest’albero sono raffigurati, fin dal terzo millennio Avanti Cristo, in numerose tombe egizie; infatti, per Egizi questo frutto era importantissimo e accompagnava il defunto nel viaggio nell’aldilà (nella camera sepolcrale della tomba del faraone Ramsete IV furono trovati i frutti di questa pianta).
Reperti risalenti all’età del Bronzo (esocarpo carbonizzato del frutto di melograno) sono stati identificati in prossimità di Gerico (in Cisgiordania), ad Hala Sultan Tekke, a Cipro e Tirinto. Un grande melograno rinsecchito è stato trovato nella tomba del Djehuty, ovvero il maggiordomo della regina Hatshepsut, in Egitto. Scritture cuneiformi della Mesopotamia parlano dei melograni già dalla metà del III millennio a.C.
Il melograno è anche coltivato nel sud della Cina e nel sud est asiatico, giunto grazie alla “Strada della Seta” o portato dai commercianti marittimi. Il Kandahar è famoso in tutto l’Afghanistan per i suoi melograni di alta qualità.
Per i Fenici i frutti di questa “pianta sacra” erano considerati un potente afrodisiaco, oltre che essere sinonimo di fertilità. Per gli Ebrei la pianta era presente nell’Eden (secondo alcune tradizioni sarebbe addirittura una melagrana il pomo offerto da Eva ad Adamo), ed i sui frutti, con i numerosi chicchi vivacemente colorati di rosso, simboleggiavano l’unione, l’amore, la prosperità e la fertilità. Numerose civiltà, oltre quella greca e romana, quella mesopotamica e quelle dell’Asia, onoravano questo frutto attribuendogli poteri magici davvero molto interessanti.
Secondo alcuni studiosi della mitologia greca sarebbe una melagrana anche il famoso “ Pomo della discordia”. Gli antichi Greci, infatti, credevano che a introdurre il Melograno fosse stata la bellissima Afrodite (Venere per i Romani). La dea, secondo la leggenda, aveva piantato per la prima volta l’albero nell’isola di Cipro, a lei sacra. I suoi poteri sono immensi: protegge i matrimoni, favorisce l’intesa amorosa tra coniugi, feconda i focolari, presiede alle nascite. Fertilizza anche i campi.
Particolari anche le sue origini: Particolari anche le sue origini: la pianta, secondo alcune tradizioni, sarebbe nata dal sangue di Dioniso; dotata di poteri mitici e straordinari, tra i quali il mito più antico è quello che la associa a Orione: la più grande e luminosa costellazione celeste. Orione, che la mitologia presenta come un gigante, figlio della terra e famosissimo per la sua bellezza, si narra che avesse sposato la bella Side. Ma la donna, incredibilmente vanitosa, si era illusa di essere più bella della dea Era (moglie di Zeus); la dea, assai iraconda per questo, prese una decisione affatto diplomatica. Punì Side scaraventandola nell’Ade (regno dei morti), ove si trasformò in melograno.
Durante le feste in onore della dea Demetra (dea della fertilità), le ateniesi mangiavano i semi luccicanti del frutto per conquistare la fertilità e la prosperità, mentre i sacerdoti erano incoronati con rami di melograno, ma non potevano mangiarne il frutto in quanto, come simbolo di fertilità, aveva la proprietà di far scendere l’anima nella carne.
Il Melograno è adottato come “figura importante” dalle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Già nell’Antico Testamento troviamo importanti tracce e simbolismi che hanno come soggetto il melograno. Lo studioso Robert Graves ci ricorda che il melograno era l’albero sacro al re Saul. Nel libro dell’Esodo (Esodo; 28:33 – 34) il Signore ordina ad Aronne che le immagini delle melagrane siano applicate sugli abiti rituali dei Grandi Sacerdoti: le vesti dell’abito sacerdotale di colore viola, porpora rossa e scarlatto e ricamate nel bordo, erano abbellite con immagini di melagrane in mezzo a sonagli d’oro. Anche il libro dei Re (Re; 7:13 – 22) descrive i melograni rappresentati sui capitelli scolpiti sul fronte del Tempio di Re Salomone a Gerusalemme; In questo tempio la melagrana, oltre ad essere un simbolo divino, diventa anche “simbolo regale”, grazie alla coroncina situata all’apice del frutto.La corona, che indica la santità nella cultura ebraica, è chiaramente rappresentata anche dalla “corona” della melagrana, residuo del calice fiorale che permane nella parte apicale del frutto.
La melagrana è una delle poche immagini che appaiono nelle vecchie monete della Giudea come simbolo santo. Attualmente molti rotoli della Torah quando non sono in lettura, e quindi sono avvolti, sono protetti da gusci in argento a forma di melagrane (rimmonim). Il melograno, nella simbologia ebraica, è inoltre simbolo di onestà e correttezza, poiché il suo frutto conterrebbe esattamente 613 semi, che come altrettante perle sono le 613 prescrizioni scritte nella Torah, (365 divieti e 248 obblighi) osservando le quali si ha certezza di tenere un comportamento saggio ed equo. La melagrana, inoltre, è uno dei sette frutti elencati nella Bibbia, come speciali prodotti della “Terra Promessa”. Per gli Ebrei è, dunque, un simbolo di produttività ma anche dell’unità del popolo, poiché i grani sono stretti tra loro.
Anche nella religione islamica il melograno è ritenuto pianta molto importante: esso è citato per “crescere nel giardino del paradiso” (55:068). È anche ulteriormente menzionato (6:99, 6:141) e riconosciuto come frutto facente parte delle “buone cose create da Dio”. Per i musulmani esso aiuta il credente, permettendogli di lottare contro l’odio e l’invidia.
Per i cristiani il melograno è il simbolo della perfezione divina nei suoi innumerevoli effetti (…), la rotondità del frutto come espressione dell’eternità divina, e la dolcezza del succo rappresenta l’energia vitale, la fecondità, l’umiltà, la carità, l’unione di tutti i figli della Chiesa.
I pittori del XV e del XVI secolo, erano soliti dipingere spesso una melagrana nella mano di Gesù Bambino, riferendosi alla nuova vita donataci da Cristo. Il disegno della melagrana è molto diffuso nelle opere pittoriche di Piero della Francesca, Donatello, Michelozzo e si trova sui tessuti più pregiati destinati alle cerimonie di corte.
La straordinaria bellezza di questa pianta e dei suoi frutti ha insomma incantato per secoli pittori, scrittori e poeti. Non a caso i pittori dei secoli XV e XVI mettevano spesso una melagrana nella mano di Gesù Bambino, alludendo alla nuova vita donataci da Cristo. Anche la poesia ne ha decantate le sue bellezze. Il grande Giosuè Carducci lo cita nella poesia Pianto antico “…L’albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da’ bei vermigli fior…”?
Proprietà curative… ieri e oggi:
Il melograno, dunque, è una pianta amata fin dall’antichità che ha sempre avuto, da parte dell’uomo, una grande considerazione. La pianta fornisce, infatti, non solo frutti commestibili. Anche altre parti della pianta possiedono interessanti e utili proprietà medicinali: i fiori, i semi, la scorza dei frutti e la corteccia delle radici.
I suoi dolci frutti sono ricchi di vitamina A, B e C. Nell’antichità erano già note le sue proprietà terapeutiche. I suoi chicchi hanno proprietà rinfrescanti, sono diuretici e tonici. Il frutto, contenendo in abbondanza tannino, ha anche proprietà astringenti. Recentemente è stato preso in considerazione il succo di melograno per i suoi benefici effetti cardiovascolari. L’infuso dei petali è utilizzato, invece, come rinfrescante della gengiva. Anche le altre parti della pianta sono di grande utilità.
Già 4000 anni fa gli egizi conoscevano le proprietà vermifughe della radice del melograno. In Europa, all’inizio del XIX secolo, la scorza di questa radice era molto usata nella lotta contro la tenia: anche l’analisi moderna ha confermato la presenza di alcaloidi antielmintici, che sono molto efficaci contro le tenie. Le scorze dei frutti hanno anche proprietà aromatiche e sono utilizzate per dare il gusto amarognolo a liquori e aperitivi. La polvere ottenuta dall’essicazione e macinazione della scorza delle radici, utilizzata come decotto, oltre che avere proprietà tenifughe, è efficace come astringente e sedativo nelle dissenterie; per uso esterno il decotto ha proprietà astringenti per clisteri o irrigazioni vaginali. L’uso delle parti di questa pianta (soprattutto corteccia di radici e scorza) presuppone una conoscenza medica: le sostanze contenute possono essere molto pericolose se usate impropriamente (possono provocare fenomeni di idiosincrasia), ed è consigliabile usare preparati di erboristeria.
Oltre che per la cura dei malanni fisici il melograno è utile anche in casa. La corteccia del frutto, ricca di tannino, è ancora usata in Africa del Nord e in Oriente per conciare il cuoio. Dalle radici, invece, si ricava un colorante impiegato nella cosmesi, mentre dalla scorza si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi: un caratteristico giallo tendente al verde, che è stato ritrovato perfino in alcune tombe egizie; alla presenza di ferro dalla scorza si ottiene una tinta nera adatta per farne inchiostro. Anche i fiori possono essere utilizzati per preparare un inchiostro rosso.
E’ ormai noto che l’aumento dell’infiammazione sistemica e dello stress ossidativo siano i veri protagonisti della patogenesi aterosclerotica; ciò che non tutti sanno è che, oltre ad aumentare il rischio di questa malattia, sono anche coinvolti nell’alterazione del sistema immunitario innato nei soggetti che si sottopongono a emodialisi.
Uno studio del 2012 (randomizzato e controllato con placebo) intitolato: “One year of pomegranate juice intake decreases oxidative stress, inflammation, and incidence of infections in hemodialysis patients: a randomized placebo-controlled trial”, ha osservato gli effetti dell’assunzione di succo di melograno per un anno intero, concludendo che l’assunzione prolungata di succo di melograno migliora alcuni fattori di rischio cardiovascolare (quelli non tradizionali), attenua l’avanzamento del processo aterosclerotico, rinforza l’immunità innata e riduce la morbilità tra i pazienti in emodialisi. Altri studi confermano il melograno come utile per antitumorale e per la prevenzione dell’Alzheimer.
Medicina Ayurvedica
Ecco le principali funzioni terapeutiche del melograno sull’organismo, basandoci sull’interpretazione della medicina ayurvedica.
La buccia del frutto e la corteccia dell’albero di melograno sono utilizzate come rimedio contro la diarrea e i parassiti dell’intestino.
I semi e il succo sono considerati un tonico per il cuore e la gola; si distinguono tra di loro per il gusto amaro-astringente, dolce o aspro, secondo il grado di maturazione del frutto.
Il melograno è considerato un alimento utile a bilanciare una dieta ricca di componenti grasse e zuccherine (kapha o terra).
Soprattutto maturo, il frutto del melograno è nutriente per i sistemi (pitta o fuoco) ed è considerato un amico della sintesi di sangue.
Le qualità astringenti del succo del fiore, della buccia e della corteccia sono considerate preziose per una moltissimi di scopi, come l’arresto dell’emorragia al naso o gengivale, alle gengive, tonificante della pelle, rassodante del seno (con la miscelazione a olio di senape) e per il trattamento delle emorroidi.
Il succo di melograno (di ceppi specifici) viene anche utilizzato come collirio, giacché si ritiene possa mantenere in salute gli occhi e rallentare lo sviluppo della cataratta.
Gli estratti del melograno (alcaloidi) sono utilizzati per trattare le manifestazioni parassitarie intestinali anche in altre zone del pianeta.
Attenzione, le indicazioni di cui sopra non sono da intendersi come consigli medici, NON assumere integratori o la polvere stessa senza consultare il medico.
Melagrana e gravidanza
La ricerca sul consumo di melagrana in gravidanza è stata condotta dall’Università di Liverpool e dal Suranarees Institute of Science, la ricerca poi è stata pubblicata dal Reproductive Sciences, una rivista specializzata. Sembra che la melagrana possa essere utile alla donna quando si avvicina il momento del parto perché è stato dimostrato che i suoi principi attivi stimolino le contrazioni uterine agevolando così il parto. La ricerca, diretta dalla dottoressa Sajeera Kupittayanant, ha portato avanti un esperimento su dei campioni di cellule prelevati dall’utero di un animale. Sono state trattate con l’estratto dei semi di melagrana.
I risultati sembrano potenzialmente confermare che l’estratto aiuta il travaglio difficile, stimolando le contrazioni. Si tratta però di un test di laboratorio effettuato su delle cellule e, per quanto si tratti di un’interessante scoperta, è difficile capire quale sia il reale effetto sull’organismo umano e soprattutto, se il consumo del succo o del frutto possa aiutare la donna che si avvicina al parto.
La dottoressa Kupittayanant spiega che questo studio può essere considerato un passo avanti per trattare le disfunzioni del travaglio ma, questi risultati non sono definitivi. È necessario che la ricerca superi ancora molti controlli e verifiche.
Possiamo dedurre quindi che non è chiaro il ruolo che il succo ha sul corpo della donna in travaglio, perché gli studi sono effettuati su tessuti animali usando i principi attivi.
Si può mangiare la melagrana in gravidanza?
Sembra che la melagrana si possa mangiare in gravidanza ma come sempre, vi ricordiamo che la miglior cosa è chiedere il parere del vostro medico. Ricordatevi comunque di usare alcune precauzioni. Dovete lavare molto bene la buccia del frutto prima di consumare il suo interno perché spesso viene coltivato facendo un grande uso di pesticidi.
Melagrana e Farmaci
Purtroppo, però, se si deve assumere qualche medicinale, occorre usare molta prudenza, nell’associarlo ai chicchi di mela granata. Perché il succo di melagrana può interferire con l’assorbimento di alcuni principi attivi contenuti nei farmaci, come spiega una ricerca, condotta dalla dottoressa Fanfan Zhou presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Sydney. Lo studio (Interactions of the active components of Punica granatum (pomegranate) with the essential renal and hepatic human Solute Carrier transporters), pubblicato sulla rivista Pharmaceutical Biology, prende in esame tre componenti: l’acido oleanolico, l’acido ursolico e l’acido gallico – che si trovano comunemente in altri alimenti – ma mai associati tra loro come nella melagrana. In alcuni casi – spiega la dottoressa Fanfan Zhou – questi tre componenti presenti nel melograno possono avere un impatto inibente sui “trasportatori” che veicolano le sostanze medicinali nelle nostre cellule e che permettono al nostro organismo di espellere le tossine che l’apporto farmacologico produce. L’effetto più frequente delle sostanze contenute nella melagrana è che esse impediscono alle molecole dei farmaci di penetrare nelle cellule perché entrano in diretta competizione biochimica. Ancora una volta vi raccomandiamo di consultare il medico in caso si assumano farmaci importanti per via orale.
Polvere di melograno per la bellezza della pelle e dei capelli.
Polvere di melograno per la bellezza della pelle e dei capelli.
La polvere di melograno è ricavata tramite macinazione dei semi e della buccia essiccata del frutto, di modo da proteggerne il gusto e le virtù nutrienti. Il sapore dolciastro e forte di questa polvere lo rendono utile nei dolci, nei succhi, tisane, yogurt ecc. La polvere offre una gran quantità di antiossidanti.
Grazie ai principi attivi in esso contenuti, la melograna vanta dunque proprietà lenitive, antinfiammatorie e rigeneranti utili per trattare le pelli irritate e sensibili.
La polvere è un ottimo rimedio naturale cui si può ricorrere in caso di pelle screpolata, irritazioni o arrossamenti.
Questo super frutto è inoltre un potente antiossidante: contrasta quindi i radicali liberi e aiuta a combattere i danni causati alla pelle e al cuoio capelluto dalle aggressioni ambientali (raggi solari, inquinamento, ecc) e dallo stress. Esso aiuta a prevenire la formazione dei segni del tempo, tra cui la perdita di elasticità e tono o la comparsa di macchie scure e “rughe”.
È possibile utilizzare la polvere come maschera viso, da sola o associata ad altre polveri, preparato con acqua calda o/e idrolato, infuso di malva, ecc. L’azione rigenerante può essere d’aiuto per il trattamento dei capelli secchi e sfibrati, che si spezzano o che presentano doppie punte. Anche in questo caso lo useremo come impacco dopo aver lavato e tamponato i capelli, preparato da solo o con altre erbe, con idrolati, infusi, e/o semplice acqua calda mescolando bene, evitando la formazione di grumi.
Può scurire i capelli chiari e spegne il tono rosso dei capelli (a dispetto del colore del frutto).
Leggi l’articolo completo quì ?? “Come smorzare i riflessi rossi Rossi dell’henne ©”
Per chi segue il CC la polvere di melograno rientra in I (Idratazione)
Dichiarazione di non responsabilità:
Non sono state riscontrate controindicazioni sull’utilizzo in gravidanza o allattamento.
Tuttavia, è importante notare che attualmente non esistono sufficienti ricerche scientifiche su questo rimedio naturale.
Ad ogni modo consigliamo sempre la cautela…come mi piace sempre dire “naturale non è sinonimo di sicuro”….
Nota bene:
Tutte queste informazioni sono frutto di studi clinici effettuati “in vitro” e “in vivo”
ma non hanno lo scopo di diagnosticare, trattare, curare o prevenire alcuna malattia. Consigliamo sempre il pare del medico di base prima di utilizzare qualsiasi sostanza a voi sconosciuta (o parzialmente conosciuta) soprattutto se si è soggetti allergici o particolarmente sensibili, donne in gravidanza, allattamento e persone sottoposte a cicli farmacologici dovuti a gravi malattie; per maggiore sicurezza è possibile eseguire un patch test casalingo per verificare eventuali reazioni allergiche, scopri come qui ?? “Test Casalingo per le Reazioni Allergiche”
Pertanto ci esoneriamo da qualsiasi responsabilità su un uso improprio delle informazioni riportate negli articoli contenuti in questo sito.
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