Crespino (Berberis Vulgaris)

IL CRESPINO
(BERBERIS VULGARIS)

Nome Botanico: Berberis vulgaris
Regno: Plantae
Ordine: Ranunculales
Famiglia: Barberidaceae
Genere: Berberis


DESCRIZIONE:
Il crespino è una pianta spontanea che produce piccole bacche commestibili.
E’ considerata pianta officinale poiché ricca di proprietà benefiche. Per questo motivo, infatti, viene utilizzato in fitoterapia sin dall’antichità.
Sul nostro territorio lo si trova in moltissime regioni, anche se non in tutte.
Grazie alle sue caratteristiche e robuste spine viene anche coltivato e usato per formare delle impenetrabili siepi e consolidare terreni aspri. E’ una pianta molto rustica e resiste bene anche nelle condizioni più difficili.
Il crespino comune, o Berberis vulgaris, è un piccolo arbusto della famiglia delle Berberidaceae.
In altezza non raggiunge grandi dimensioni, in media sta tra 1 e 3 m.
E’ una specie arbustiva caducifoglia (che perde le foglie in inverno) e latifoglia (dalle grandi foglie).
Presenta ramificazioni erette e arcuate, con striature longitudinali e provviste di forti spine a 3 denti. I rami giovani sono marroncini, mentre la corteccia dei rami più anziani è grigiastra, con la tendenza a sfogliarsi.
Le foglie del crispino sono riunite in fascetti posti all’ascella delle spine e sono lunghe fino a 6 cm. Hanno un breve picciolo, sono ricurve all’apice, dentate, con bordi spinosi, di colore verde scuro nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore.
I fiori sono ermafroditi, di colore giallo e forma sferica, disposti a grappoli pendenti.
I frutti, invece, sono delle tipiche bacche di color rosso-corallo, belle a vedersi, dotate di peduncolo, forma allungata e ovoidale. Nell’aspetto ricordano un po’ le bacche di goji, di corniolo o del frutto miracoloso. Al loro interno contengono dai 2 ai 5 semi, racchiusi in un involucro rigido di colore marrone. La maturazione avviene in estate, ma il loro sapore all’inizio è molto acidulo. Si preferisce coglierle in autunno, quando iniziano ad appassire e addolcirsi.

COLTIVAZIONE DEL CRESPINO:
La sua origine non certa, ma in molti ritengono che sia originaria dell’Asia e che poi sia stata diffusa dai commercianti, altri sono più precisi individuando nei Berberi gli autori della sua diffusione.
Cresce dalla pianura fino ai duemila metri delle zone montane di tutta l’Europa fino al Caucaso. In Italia è comune sulle Alpi, dove non si coltiva il grano, rara nel resto della penisola; assente in Calabria, Sicilia e Sardegna.
È oramai una pianta quasi impossibile da trovare allo stato agreste. Infatti è stata estirpata senza cura, soprattutto nei dintorni dei campi coltivati, quelli coltivati a frumento in particolare; questo perchè risulta essere l’ospite intermedio della Puccinia graminis Pers., fungo parassita del grano, chiamato anche “ruggine del grano”.
Il terreno che predilige è quello calcareo – argilloso, ben drenante ed esposto al sole. Ha bisogno di frequenti annaffiature quando è giovane; quando è adulta la sola pioggia riesce a soddisfare i suoi fabbisogni. Da tener presente che la scarsità di acqua è sì ben tollerata, ma questa induce ad una più veloce e maggiore trasformazione delle foglie in spine.
Il crespino si moltiplica o per seme a novembre o per talea a fine agosto – inizi di settembre. Le talee prima devono radicare in un miscuglio di sabbia e terriccio, dopodichè le nuove piante possono essere messe a dimora in inverno (ottobre – aprile) in buche profonde e ben drenate.
Una concimazione organica è ben gradita dalla pianta.

Parti utilizzate
Sono tre le parti della pianta che vengono utilizzate nella fitoterapia: la corteccia delle radici, che viene raccolta in autunno inoltrato; le foglie, raccolte in primavera; infine i frutti che vengono colti a maturazione.
Tecniche di raccolta
Non vi è una vera e propria tecnica di raccolta.
La corteccia si stacca praticando quattro incisioni a rettangolo e staccandola dal resto dell’albero.
Per le foglie e i frutti invece si possono utilizzare delle forbici da giardino e piccole cesoie, facendo attenzione alle spine.

UN PO’ DI STORIA:
Il crespino presenta un nome che deriva da un vocabolo arabo, ovvero “harbaris”, con cui venivano indicati tutti quei frutti di tali piante, che venivano spesso sfruttati come essenza medicinale anche dai seguaci della Scuola salernitana. Nel medioevo lo si usava erroneamente come cura contro il tifo. La credenza che potesse combattere questa malattia era data dal fatto che è in grado di abbassare la temperatura corporea e a dare un momentaneo sollievo, senza però intaccare la vera causa della malattia.

PRINCIPI ATTIVI:
All’interno della corteccia di crespino possiamo trovare:

  • berberina
  • palmatina
  • iatrozzizina
  • alcaloidi
  • resina
  • olio essenziale
  • zucchero
  • mucillagine
  • tannino
  • pectina.

All’interno delle foglie di crespino sono presenti, invece:

  • berberina
  • acidi citrico e malico
  • zuccheri
  • gomma
  • pectina e acido tartarico.

PROPRIETÀ:
Il crespino ha proprietà amaricanti, toniche, astringenti, febbrifughe, depurative, diuretiche. Per l’attività dei suoi principi attivi, questa pianta è spesso descritta come un antipiretico naturale, utile per abbassare la febbre.

Può essere usata per depurare l’organismo (in particolare, aiuta a disintossicare il fegato) e contrastare le infezioni delle vie urinarie.
Tutte le parti della pianta contengono un alcaloide giallo, la berberina. In passato la pianta è stata sfruttata per diversi scopi: il pigmento giallo veniva usato per tingere lana e cuoio; fin dagli antichi egizi erano note le proprietà del crespino, impiegato per curare ulcerazioni, infezioni del cavo orale e disturbi intestinali.
La berberina è una isochinolina (alcaloide) dalle molteplici proprietà: svolge azioni antisecretive, antimicrobiche ed è utilissima al trattamento di infezione di vario genere ed è nota per la sua capacità di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) e il colesterolo.
Inoltre risulta utile nel trattamento delle infezioni come le diarree batteriche o le ricadute da Candida albicans (è un rimedio naturale contro la candida).

Il crespino possiede proprietà antipiretiche (fa abbassare la febbre in modo naturale), ipotensive (aiuta ad abbassare la pressione arteriosa), antinfiammatorie (contrasta infiammazioni, ottimo contro i malanni stagionali come raffreddore, tosse…) e antiemorragiche (è un buon emostatico in caso di emorragie uterine). In più, favorisce il funzionamento del fegato e il deflusso della bile, quindi è utile per prevenire i calcoli biliari.

Trovate il crespino per le tisane ed i decotti su Zen Store (mi raccomando chiedete prima al medico per l’assunzione)

Tra le altre proprietà del crespino, segnaliamo:

– Svolge un’azione antibatterica: agisce contro infezioni vaginali da lieviti (tipo candida), contro infezioni da escherichia coli, vibrio cholerae, giardia lamblia e diversi ceppi batterici.
– Svolge un’azione diuretica: i principi attivi contenuti nelle foglie favoriscono l’eliminazione dei liquidi.
– Svolge una banda azione lassativa: è utile in caso di costipazione e stipsi.

Inoltre le bacche di Crespino contengono delle principali proprietà:

– Forniscono vitamine del gruppo B, tra cui la tiamina
– Sono ricche di vitamina C
– Contengono zinco
– Contribuiscono ad alleviare le infezioni e le infiammazioni delle vie urinarie,
– Sono utili per la salute delle vie respiratorie, sono benefiche nei casi di sinusite, la congestione nasale, il mal di gola, la bronchite
– Possiedono proprietà digestive
– Fanno bene alla pelle nei casi di psoriasi e infezioni da candida
– Hanno azione antidiarroica grazie a importanti proprietà astringenti che agiscono efficacemente sui batteri intestinali
– Alcuni studi hanno osservato l’effetto antitumorale sul alcuni tipi di cellule cancerose

 

SUI CAPELLI: La polvere di crespino, si ricava dalla corteccia, la quale è ricca di berberina, una sostanza colorante utilizzata in passato per tingere tessuti o lane. Trattasi perlopiù di un’erba riflessante, si utilizza per raffreddare il biondo. Si sconsiglia di impiegarla da sola, l’ideale è una combo con erbe adatte a ragazze dai capelli chiari (esempio methi o sidr), oppure direttamente nelle erbe e miscele tintorie (già pronte o non, purchè contengano anche lawsonia). Si prepara dunque, abbinata ad altro, con acqua tiepida non bollente, si mescola fino ad ottenere una consistenza cremosa e senza grumi, si applica sui capelli lavati solo con shampoo e si tiene in posa quanto desiderato (due o tre ore possono bastare, consiglio comunque di fare delle prove per verificare la soluzione migliore per se). Dopodichè, si sciacqua bene il tutto facendo poi seguire il balsamo, risciacquo acido e leave in. Così come succede con indigo e katam, il crespino lavora ben in ambiente alcalino, dunque si a sostanze basiche (perfetto un pizzico di bicarbonato), no a sostanze acide (no miele, limone, zucchero).
Nel nostro CC rientra in Idratazione.

Nota bene: ci teniamo sempre a specificare che nessun tipo di henne’ o di erba può schiarire i capelli, non vi è dunque la possibilità di ottenere i capelli biondi mediante il crespino, il cui potere riflessante torna utile su una chioma già chiara di partenza.

Per la colorazione dei capelli segnaliamo Phitofilos, in vendita su molti dei nostri shop partner che trovate qui

Collaborazioni e Codici Sconto

CRESPINO, DI TUTTO E UN PO’:
Per chi ama il giardinaggio: Rispettando le sue condizioni ottimali, possiamo avere la possibilità di coltivare crespino anche a casa nostra. Esso predilige le zone alpine e prealpine, anche se non è impossibile averlo anche al centro ed al sud. Ottenibili dai semi, le piante giovani necessiteranno di essere regolarmente irrigate finchè non raggiungeranno uno stadio adulto nel quale potranno essere messe a dimora, cosa che avviene di norma nei periodi di clima mite (primavera ed autunno), dove dovranno comunque essere protette da siccità e terreno troppo asciutto. Si adattano bene a sole ed a zone semi ombreggiate, anche se le piante sempreverdi possono resistere bene anche all’ombra. Il crespino è adatto come siepe ornamentale, avrà bisogno di regolari potature ed eventualmente di concimazione. Infine, è piuttosto resistente anche ai parassiti e malattie, fare comunque attenzione soprattutto all’oidio.
Per chi ama la cucina: Aspiranti chef od assaggiatrici , il crespino forse non a tutte è capitato nel piatto: tuttavia è possibile adoperarlo anche nella propria cucina! Le bacche rosse sono tendenzialmente aspre se raccolte prima dell’autunno, dopodichè saranno abbastanza dolci da essere consumate come frutta semplice, oppure per preparare una buona marmellata, gelatina o succo da bere. Tramite fermentazione si ricava una bevanda alcolica, tramite essicazione un’uvetta perfetta da mixare a cereali e yogurt o come ingrediente per dolci casalinghi. Si possono provare anche a preparare bacche sotto sale oppure in salamoia. Nella cucina persiana, dove è molto diffuso, il crespino è utilizzato come spezia per insaporire anche piatti salati, come couscous, pesce, carne ed insalate. Questo frutto non contiene la berberina, ma è ricchissimo di vitamina C.

CONTROINDICAZIONI:
Evitare l’utilizzo di crespino in caso di insufficienza cardiorespiratoria e di ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. Ad alte dosi si possono avere intossicazioni a causa dei molti alcaloidi presenti. È sconsigliato l’uso delle bacche di questa pianta durante la gravidanza e l’allattamento.

Eseguire un pach test prima di utilizzare qualsiasi erba o sostanza a noi poco conosciuta, onde evitare spiacevoli reazioni, NATURALE non è sinonimo di sicuro

Test Casalingo per le Reazioni Allergiche

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0